Ai riti della Settimana Santa prendono parte le diverse confraternite dell'isola. Le Confraternite di Lipari hanno origini molto antiche. Nel 1544, dopo la distruzione di Lipari ad opera del Barbarossa, esistevano due Confraternite: quella di San Nicolò e quella di San Giovanni Battista. Tra la fine del '500 e l'inizio del '600, risultano esistenti anche le Confraternite di Santa Maria dei Bianchi, Santa Maria delle Grazie e Santa Caterina e del Rosario.
Nel 1613, figura per la prima volta, la Confraternita Maschile di Maria SS. Addolorata o della Soledad o della Pietà; una Confraternita che annoverava "i signori della cittadella, i nobili del posto", che spesso e volentieri entravano in conflitto con il potere temporale del Vescovo.
Fu dichiarata di giurisdizione reale nel 1686 ed i suoi cappellani erano nominati dal Viceré di Sicilia e rientreranno sotto la giurisdizione del Vescovo solo nel 1855. Solennizzava le festività liturgiche in forma autonoma a discapito delle chiese vicine.
Secondo lo Statuto – il più antico ritrovato è del 1832 – i confrati nominavano annualmente, nel mese di Novembre , sulla base di tre proposte per ogni incarico: un Governatore, due Congiunti, un Tesoriere e un Cancelliere. Il Cappellano doveva curare la chiesa, assistere a tutte le funzioni che si celebravano e predicare ogni qualvolta le pratiche lo richiedevano. Godeva del compenso che "le tenue risorse della Confraternita potevano permettere".
La Confraternita aveva l’unico scopo di accrescere il culto divino, alimentando naturalmente il benessere spirituale dei suoi componenti, di spingerli ad adempiere ai doveri di veri cristiani, di raccomandare di essere probi, benemeriti e zelanti e di partecipare alle esequie degli adepti e alla loro tumulazione, e ancora di provvedere ai suffragi dopo la morte con venti messe lette e con l'elemosina di due tarì per ogni Messa. Inoltre una volta al mese adempiere al Sacramento della penitenza, assistere la Chiesa, partecipare alle funzioni, specialmente il Mercoledì, il Giovedì, il Venerdì Santo e fare adorazione al Sepolcro vestiti di sacco.
Tutti i fratelli dovevano vestire l'abito con sacco e cappuccio bianco e mantello con collo nero, stemma di Maria Addolorata, nelle processioni, nelle feste, nei funerali. Non potevano iscriversi donne né eseguire funzioni dopo le due di notte e dovevano praticarle sempre a porte aperte. Infine convenivano di non avere segreti verso le autorità pubbliche e di non superare il numero di cento.
Chiunque animato da zelo, faceva domanda al Governatore che, fatta indagine su suoi buoni costumi, la sottoponeva ai congregati, i quali a maggioranza di voti segreti lo eleggevano, "fratello". La tassa di entrata consisteva nell'elemosina di sei tarì all'anno, mentre si perdevano i suffragi a carico della Confraternita se si moriva debitori di due annualità.
Oggi la situazione è molto cambiata. Lo statuto del 2015 riforma non solo lo statuto del 1632 ma anche gli aggiornamenti effettuati il 9 marzo 1866, il 15 maggio 1932, il 24 marzo 2001, il 6 ottobre 2007 e il 22 giugno 2013.
Attualmente la Confraternita maschile, coadiuvata dalla Pia Unione femminile, cura in particolar modo, le due «settine» che si tengono durante l'anno, quella di preparazione alla Santa Pasqua e quella per festeggiare il Santo Nome di Maria il 15 settembre; segue ed aiuta i bisognosi nei loro problemi di salute, morali e spirituali, che da sempre hanno contraddistinto il carattere dei due Sodalizi.
Ad oggi, sono diciassette le Confraternite maschili e femminili, esistenti nell'isola di Lipari.
- Testo tratto dai siti "Sicilia in Festa" ed "EolieLive".
- Foto tratte dal sito "EolieLive".



